Se sommiamo
in fase i segnali provenienti dalle 6 sezioni del braccio E-W abbiamo
quello che viene chiamato "fascio B".
Se ritardiamo progressivamente i segnali elettrici che arrivano alle 6
sezioni del braccio E-W, quando li andiamo a sommare, in realtà,
è come se sommassimo segnali provenienti da punti in fase su di
una superficie d'onda che non ha la direzione del meridiano, ma è
spostata: se lo spostamento è in anticipo abbiamo il "fascio
A", altrimenti lavorando in senso opposto abbiamo il "fascio
C".
Cosicché, con un semplice artificio di natura elettrica, è
come se avessimo, invece di una sola antenna puntata verso il meridiano,
tre antenne puntate in direzioni progressive.
La sorgente, in moto apparente a causa della rotazione terrestre, attraverserà
prima il fascio A, poi il B ed infine il C. Un eventuale disturbo generato
in prossimità del radiotelescopio (ovvero di origine terrestre)
entrerà contemporaneamente nei 3 fasci. Con questo metodo si può
avere, oltre a 3 misure per ogni radiosorgente, anche un primo criterio
per separare radiosorgenti da disturbi (vedi figura).
Analogamente si può operare con i segnali che arrivano dalle 8
sezioni N-S, e si ottengono 5 fasci puntati elettricamente in 5 direzioni
progressivamente spostate da Nord verso Sud, ma tutte alla stessa ascensione
retta, quella del meridiano. In questo caso l'artificio permette di esplorare
contemporaneamente una zona più estesa di cielo durante una stessa
registrazione.
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