Radiotelescopi di Medicina : Le Antenne

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4.2 Le riflessioni nell'antenna

1. Introduzione

La struttura dell’antenna, per quanto ben progettata, non realizzerà mai un cammino ottico perfetto. Le degradazioni del segnale che ne conseguono sono quantificabili in termini di perdita di efficienza.

Le perdite di efficienza sono a carattere moltiplicativo e si intendono nulle nell’ipotesi migliore corrispondente a η=1

Gli specchi, primario e secondario, non sono superfici perfettamente lisce, ma hanno una certa scabrosità superficiale che induce una deviazione nel percorso seguito dalla radiazione. Questo fa sì che le onde elettromagnetiche costituenti il flusso incidente non arrivino al feed perfettamente in fase e che parte della radiazione vada perduta per effetti di diffrazione.

 

2. Parametri descrittivi
3. Ricevitori
4. Degradazioni del segnale
4.1 Dallo spazio all'antenna
4.2 Riflessioni nell'antenna
4.3 Perdite nel feed
4.4 Perdite nel ricevitore
5. Sensibilità

L’errore di fase è stimabile con la seguente relazione :

Epsilon uguale 4 pi greco delta diviso lambda (radianti)

δ = entità della deviazione dalla forma geometrica ideale

Oltre alla scabrosità superficiale, che dipende dalla tecnica di lavorazione dei pannelli costituenti gli specchi, occorre considerare le deflessioni strutturali causate da gradienti termici, pressione del vento, forza gravitazionale che concorrono a disallineare i pannelli e a modificare la geometria ideale del sistema.

In genere si assume come errore di fase massimo accettabile ε = 36° = 0.63 rad da cui si deduce un massimo errore superficiale tollerabile pari a :

delta max circa uguale lambda diviso venti

Per  poter osservare alle alte frequenze è necessario disporre di un’elevata accuratezza superficiale. 

Per valutare quanto l’insieme di queste cause influisca sull’efficienza dell’antenna si suppone che l’errore di fase conseguente segua una distribuzione gaussiana (analisi di Ruze) :

eta surface circa uguale e alla meno (4 pi greco delta diviso lambda) al quadrato

ηSurface= perdita legata alle deviazioni dalla superficie ideale.

La strumentazione posta nel fuoco primario, o, nelle combinazioni ottiche,  la presenza dello specchio secondario, riducono l’area di raccolta della radiazione, in quanto rappresentano un’ostruzione dello specchio primario. Le strutture di sostegno (ad esempio le travi che sorreggono lo specchio secondario) inoltre inducono una diffrazione della radiazione elettromagnetica

In generale poi la presenza di un’ostruzione sullo specchio primario aumenta i lobi secondari dell’antenna, a spese della direttività.

La perdita che ne deriva è quantificabile con la seguente :

eta blockage circa uguale a (1 meno A ostruita diviso A totale) al quadrato

ηBlockage = perdita legata a un’ostruzione centrale

Aostruita = area dell’ostruzione

Atotale = area dello specchio

In corrispondenza dei bordi degli specchi parte della radiazione va perduta per diffrazione, si definisce pertanto un fattore denominato ηDiffraction.

Un’antenna a simmetria circolare, come il paraboloide, è in grado di ricevere tutte le componenti di polarizzazione della radiazione incidente. Geometrie diverse possono portare a comportamenti differenti e a fare sì che un’antenna privilegi una componente piuttosto che un’altra (ad esempio ci sono antenne radioastronomiche che ricevono solo la radiazione polarizzata orizzontalmente, oppure solo quella polarizzata verticalmente). Il comportamento intrinseco dell’antenna rispetto alla polarizzazione incidente è descritto dal parametro ηCrossPol  (=1 se l’antenna riceve tutte le polarizzazioni, =0.5 se ne riceve solo una componente).

 

   
 

 

 

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