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La parabola VLBI da 32 metri di diametro presente alla stazione di Medicina è parte integrante della rete di interferometria radioastronomica EVN (European VLBI Network) all’interno della quale opera per 4 mesi all’anno. I rimanenti 8 mesi vengono prevalentemente dedicati ad osservazioni in single dish nell’ambito di tematiche che vanno dalla spettroscopia alla geodinamica, dal monitoraggio di Blazar e Pulsar, fino ai più recenti test di rivelazione di detriti spaziali in collaborazione con la stazione trasmittente di Evpatoria.

Le bande internazionalmente usate nelle ricerche di space debris mediante radar in onda continua sono 5.01 GHz (ad es. Evpatoria - Ukraina) e 8.5 GHz (ad es. Goldstone – US). Queste frequenze sono infatti riservate dall’International Telecommunication Union (ITU) alla trasmissione di segnali per sistemi radar bistatici. Nell’ambito del progetto MSS si prevede dunque di utilizzare una di queste frequenze. Per attuare il progetto è prevista l’installazione di un nuovo ricevitore in uno dei due fuochi dell'antenna da affiancare ai ricevitori radioastronomici nelle bande X (8.1-8.9 GHz), S (2.2-2.36 GHz), L – low (1.6-1.71 GHz), L – high (1.35-1.45GHz). Ciò comporta la riprogettazione completa dell’attuale sistema di front-end posto in fuoco secondario (o primario). Il nuovo ricevitore deve essere infatti realizzato ed installato in modo tale che le osservazioni degli space debris condotte in modalità piggy-back non interferiscano con le misure radioastronomiche in corso.

Una volta attivato il nuovo ricevitore, oltre al piggy back si possono configurare per la parabola VLBI altre due distinte modalità osservative nel monitoraggio degli space debris:

.  Sessioni osservative dedicate

.  Osservazioni attivate automaticamente durante gli intervalli di inattività dell'antenna 

La tecnica di piggy back non consente di puntare l’antenna su target noti ma, offrendo tuttavia una maggiore copertura temporale, è particolarmente efficace nella ricerca di nuovi space debris. Questa metodologia necessita di un’antenna trasmittente nazionale dedicata del diametro di circa 8 -10 metri .

Nelle sessioni osservative dedicate (e concordate con l’antenna trasmittente di Evpatoria o eventualmente di altre antenne trasmittenti) possono invece essere selezionati target specifici da monitorare. Tale modalità, date le potenze di trasmissione in gioco, può essere usata nella ricerca di space debris centimetrici o sub-centimetrici. I tempi osservativi totali in questo caso sarebbero però limitati a qualche centinaio di ore all’ anno.

Infine, l’uso in automatico dell’antenna VLBI durante gli intervalli di tempo in cui non è utilizzata per  ricerche radioastronomiche unirebbe i vantaggi delle prime due modalità: possibilità di puntare target definiti e tempi di osservazione relativamente lunghi.

   
 

 

 

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                                                                                                G. Bianchi