Jader Monari

Segnali radio intelligenti dallo spazio: il progetto SETI

INAF - Istituto di Radioastronomia, Radiotelescopi di Medicina (BO)


Sommario
Chissà quante volte l'uomo, guardando con meraviglia il cielo e spinto da una atavica paura del buio e della solitudine, si è posto la domanda "Siamo soli nell'Universo?". Una risposta positiva a tale domanda porterebbe ad incredibili modificazioni del pensiero scientifico e filosofico, come mai avvenuto in precedenza nella storia dell'umanità.
La scoperta di molecole prebiotiche negli spazi interstellari e di nuovi pianeti attorno ad altre stelle ha dato un notevole impulso alla Bioastronomia. Siamo oggi portati a pensare che la vita nell'Universo, nel modo in cui noi la conosciamo, possa non essere un evento unico. Ora che l'attuale tecnologia lo permette, può avere senso cercare l'esistenza di vita nel cosmo. La comunità scientifica ha creato un gruppo internazionale di Bioastronomia: si tratta di un gruppo multidisciplinare che ha il compito di indagare sulle condizioni che hanno reso possibile la nascita e l'evoluzione della vita sul nostro pianeta, scoprendo se queste esistano in altre parti della nostra Galassia ed infine se qualche civiltà, in possesso di una appropriata tecnologia, stia provando a contattare altri esseri viventi.
E' molto noto presso il grande pubblico il programma che si occupa della ricerca di eventuali segnali radio artificiali, provenienti da civiltà extraterrestri. Questo programma si chiama SETI (Search for ExtraTerrestrial Intelligence). SETI è ormai una parola che rappresenta sogno e frustrazione per molti scienziati del XX e del XXI secolo; descrive una formidabile sfida dell'intelletto umano che, se coronata da successo, costituirebbe uno dei principali eventi della nostra storia.
Da più di 35 anni enormi parabole scandagliano incessantemente il cielo in ogni direzione, nella speranza di raccogliere un flebile segnale che ci dimostri che non siamo soli in questo sterminato Universo. Ma il cosmo tace. Dalle profondità dello spazio giungono solo segnali naturali, provocati da un Universo violento in formazione, da catastrofiche esplosioni, da enormi nubi e getti di gas incandescente che si vanno espandendo a velocità di migliaia di chilometri al secondo, da stelle minuscole che ruotano come trottole impazzite compiendo centinaia di giri ogni secondo, ma niente di più. Almeno fino ad oggi....

Note biografiche
Jader Monari (1970) si è laureato nel 1996 in Ingegneria Elettronica e dal 2000 è ricercatore tecnologo presso l'Istituto di Radioastronomia (IRA) dell'INAF.
Dal 1998 ad oggi, si è occupato dell'installazione e del funzionamento dello spettrometro SerendipIV per il progetto SETI. Sempre per questo progetto ha seguito il lavoro di alcuni laureandi in informatica realizzando SALVE (Software Aimed for off Line Verification Eti), pacchetto software mirato al post processing off line dei dati per la detezione di eventuali segnali ETI. Nel 2000 ha sviluppato un nuovo algoritmo basato sulla trasfomata di Hough generalizzata, per una detezione più efficiente di segnali monocromatici con effetto doppler.
Tale algoritmo, che è stato sviluppato con la collaborazione del Prof. Ferri dell'Università di Bologna - Facoltà di Matematica - è risultato così interessante alla comunità internazionale per cui Monari è stato eletto come membro permanente del "Permanent SETI Study Group (PSSG)".
Attualmente ha oltre 50 proceedings e pubblicazioni su diverse riviste Internazionali e si occupa dello sviluppo della strumentazione dell'Istituto di Radioastronomia, in particolare per SKA e Sardinia Radio Telescope.

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